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ANPI
Cividale del Friuli

commemorazione dei caduti per la libertà
al monumento dedicato alla Resistenza

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Dober dan. 
V imenu ANPIja se zahvaljujem, in pozdravlijam, Generalnega Konzula Republike Slovenije v Trstu, doktorja Gregorja Šuca. 
Dobrodošli v Cedad, tudi  slovenski prijatelji in tovariši.
 
Grazie per l’invito al Sindaco della città di Cividale del Friuli, dott. Daniela Bernardi. Un saluto alle autorità civili e militari, ai rappresentanti delle Forze dell’Ordine e delle Associazioni civili e d’arma e a tutti i cittadini presenti.
 
Anche nel corso di quest’anno abbiamo avuto il piacere di svolgere molte attività insieme alle organizzazioni slovene nello spirito della comune Lotta di Liberazione dal nazifascismo, in ragione dei gemellaggi che ci uniscono e in virtù della più che millenaria storia di rapporti che unisce la nostra comunità di confine.
 
Rapporti che in certi periodi sono stati conflittuali a causa dei nazionalismi e della politica di snazionalizzazione praticata dal Regno d’Italia, conflitto durissimo e poi sanguinoso promosso dal Regime fascista e che si è poi protratto, in altri termini, nel primo dopoguerra con la ridefinizione dei confini statali con la creazione di organizzazioni segrete, che hanno operato nel buio, a presidio di una precisa ideologia in particolare qui in Benecija. Frontiera che ha diviso, appunto anche ideologicamente, le nostre comunità. I rapporti di amicizia e famigliari non si sono mai però troncati in maniera netta anche nei tempi più bui ed anzi è anche da questi rapporti che è nata la Resistenza nel Friuli orientale.
 
Fortunatamente già a pochi anni dalla fine della seconda guerra mondiale, abbiamo assistito al riaffiorare dei rapporti economici e culturali, alla progressiva e sempre più ampia permeabilità di questo confine che, ad un certo punto, è stato definito come il “confine più aperto d’Europa”. 
 
Questo è avvenuto in virtù dei numerosi accordi bilaterali sottoscritti, alla lungimiranza delle classi politiche che, soprattutto a livello locale, seppero mettere a frutto la storica vicinanza dei nostri popoli e la comune lotta per la Libertà.
 
Ne possono essere da esempio tra gli altri le figure di Rudolf Rudi Šimac, già Sindaco di Nova Gorica e parlamentare sloveno in Jugoslavia e Darko Božidar Bratina intellettuale e membro del Senato italiano che con la loro opera e con l’appoggio delle Associazioni e delle comunità locali portarono alla bella stagione che ci ha condotto all’abbattimento delle sbarre confinarie.
 
In questo contesto voglio ricordare la figura del Maestro Paolo Petricig, qui a Cividale è ancora per qualche giorno visitabile una mostra dedicata alla sua figura, realizzata a cura del Centro Studi Nediža e del Circolo culturale “Ivan Trinko”. Una figura, questa di Petricig, che è stato un innovatore, ispiratore della scuola bilingue di San Pietro al Natisone che oggi porta il suo nome. Si tratta di una persona che ha illuminato la vita sociale, culturale e politica delle nostre zone lavorando alla luce del sole per la costruzione di quel ponte che unisce le diverse identità presenti in questo territorio.
 
Oggi, rispetto a quei tempi, ci troviamo in un’altra fase storica dove pare accantonato e in certi casi smarrito, questo ideale di pace, di fiducia reciproca rappresentato anche dalla smilitarizzazione dei confini.
Assistiamo a ossimori politici di questo genere: la comune attribuzione a Nova Gorica e Gorizia di “Capitale europea della Cultura” e la contemporanea conferma della sospensione del trattato di Schengen. Decisione che traccia fisicamente, di nuovo e ancora,  quel confine il cui abbattimento abbiamo festeggiato la mezzanotte tra il 21 e il 22 dicembre del 2007!
 
E’ uno dei motivi della nostra preoccupazione, questo della riproposizione dei confini nazionali all’interno della Comunità europea,  che va di pari passo con la nostra preoccupazione per le politiche nazionaliste, per la crescita dei movimenti xenofobi e nazifascisti, per la progressiva sfiducia nella rappresentanza politica, per il riarmo delle Nazioni e per l’idea che la guerra sia uno strumento accettabile.
 
Come ci insegna però la storia della Resistenza, anche nei momenti più bui resta accesa la fiamma della speranza, della solidarietà umana, della ricerca di libertà, di giustizia, di pace.
 
Inoltre cari amici sloveni è per noi antifascisti italiani motivo d’orgoglio poter sventolare la bandiera della nostra Repubblica in luoghi come il campo di concentramento di RAB anche se, purtroppo, a più di ottant’anni da quella barbarie nessuna autorità italiana ha ufficialmente chiesto perdono, preso le distanze da quei crimini fascisti e non ha reso omaggio a quei caduti.
Lo portiamo con orgoglio questo tricolore perché per noi rappresenta anche i 1.000 caduti Partigiani della “Garibaldi Natisone” in terra di Slovenia e gli oltre 20.000 volontari italiani caduti delle Divisioni partigiane “Garibaldi” in Montenegro e “Italia” in Dalmazia e Bosnia.
 
Caduti per una giusta causa e per i quali la nostra sezione ANPI custodisce memoria nella medaglia d’Oro concessa a Manfredi Mazzocca “Tordo” Commissario della Brigata “Gramsci” della Divisione d’Assalto Garibaldi-Natisone, caduto alle pendici del monte Blegoš, nella medaglia d’Argento attribuita a Blasig Rino “Franco” Partigiano morto a seguito di gravi ferite nell’ospedale partigiano “Franja” a Cerkno e nella medaglia d’Argento concessa ad Attilio Ruttar Partigiano della Divisione “Italia” caduto a Nova Kapela in Croazia.
 
Partigiani e antifascisti italiani, in Italia e all’estero, internati civili e militari grazie ai quali è stato possibile costituire una Repubblica antifascista e riscattare l’onore del popolo italiano vilipeso dalla Monarchia e dai crimini del fascismo.
 
A proposito dei caduti in terra slovena voglio esprimere particolare riconoscenza alle autorità della Repubblica di Slovenia, ai Sindaci delle città di Skofja Loka, di Cerkno, di Kobarid e agli amici e compagni della ZZB NOB per l’attenzione che dedicano alle nostre commemorazioni e ai nostri caduti, per la cura con la quale mantengono i monumenti che ricordano il loro sacrificio, per l’amicizia che ci confermano con la loro dedizione e presenza.
 
In conclusione, in questa giornata nella quale commemoriamo i caduti e ricordiamo le sofferenze patite dalle popolazioni invito a riflettere sulle azioni future che ognuno di noi, nelle associazioni di appartenenza, per le proprie competenze e possibilità può fare perché i valori di pace e libertà non siano mai spenti.
 
W la Resistenza
-----W la Libertà e l’armonia tra i popoli-----Abbasso la guerra!

Cividale 31 ottobre 2024

il Presidente dell'ANPI sezione di Cividale
Luciano Marcolini Provenza

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