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ANPI
Cividale del Friuli

sosta sul monte Corada

- intervento di Luciano Patat -

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Il 27 settembre 1943 cominciano le 4 Giornate di Napoli e in quei giorni si sta concludendo la battaglia partigiana di Gorizia a cui partecipa la Brigata Proletaria, la prima formazione partigiana italiana di un certo rilievo. Un decreto firmato da Adolf Hitler il giorno 10 settembre costituisce la Zona di Operazioni del Litorale Adriatico (OZAK) che mette sotto il controllo diretto del III Reich le province di Udine, di Gorizia, Trieste, Pola, Fiume e Lubiana.
Un controllo che è sia amministrativo che militare e che fa sì, fra l'altro, che i giovani italiani si debbano arruolare o direttamente nell’esercito tedesco o nella Milizia di Difesa Territoriale, una formazione militare alle dipendenze dei comandi tedeschi.
In quei giorni il Fronte di Liberazione sloveno proclama l’annessione del territorio del litorale alla Jugoslavia senza definire però i confini e ci sono numerose tensioni perché il Fronte di Liberazione voleva che le formazioni italiane che combattevano nel territorio del Collio fossero sottoposte al comando sloveno.
Il 28 settembre in questa zona la Soška Brigada (una delle sei brigate costituite nella zona dopo l’8 settembre 1943) presta giuramento. L’11 settembre si costituisce a Selz (nelle vicinanze di Ronchi) la Brigata Proletaria formata da operai e contadini italiani e sloveni e a Nebola (Neblo) il 12 settembre presso la scuola elementare si forma il Battaglione Garibaldi. Ricordiamo che far l’11 e il 26 settembre 1943 si svolge a Gorizia una importante battaglia fra truppe tedesche e formazioni partigiane.
Il battaglione Garibaldi si forma a partire da una ventina di cormonesi, tutti comunisti e con una lunga storia di detenzione e confino per motivi politici. Ad essi si aggregheranno militari sbandati e lavoratori provenienti dai cantieri di Monfalcone. La nuova formazione sarà armata con le armi e le munizioni portate via con i carri dalla caserma di Cormons lasciata incustodita dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943. In questo battaglione si arruoleranno uomini che poi avranno un ruolo importante nella guida della Resistenza quali Mario Fantini “Sasso” e Mario Modotti “Tribuno” che, quest’ultimo, inviato in Valcellina diventerà comandante della Brigata Unificata “Ippolito Nievo A”.
A loro si unisce il Distaccamento Garibaldi, la prima formazione partigiana italiana, formato da alcuni militanti comunisti reduci dal carcere e confino e alcuni operai dei cantieri di Monfalcone che già prima del 25 luglio 1943 si erano aggregati a formazioni partigiane slovene nella zona della Selva di Tarnova e nel Carso.
Nel marzo del 1943 (quando l’Italia del Norda era attraversata da grandi scioperi) per iniziativa di Mario Lizzero, in quel momento responsabile militare comunista del Triveneto, saputo di combattenti italiani inquadrati nella resistenza slovena riesce a trovare un accordo con alcuni comandanti sloveni e a riunire questi uomini in un reparto italiano. c
Il Distaccamento Garibaldi, al comando di Mario Karis, un operaio del cantiere che si era fatto 10 anni di carcere e che aveva già operato sul Carso e nella Selva di Tarnova, a Podresca forte di una 15 di uomini disarma la caserma dei carabinieri del luogo e si aggrega a Nebola al Battaglione Garibaldi Natisone posto sotto il comando di “Tribuno”.
Il battaglione si forma a Nebola, ma presto si trasferisce a Montefosca (comune di Pulfero) a fianco de battaglione Garbaldi-Friuli sia per evitare tensioni con gli sloveni che per rispondere alle richieste del comando garibaldino.
Dopo pochi giorni, agli inizi di ottobre, si costituisce a Nebola un altro battaglione, il “Mazzini" posto sotto il comando di Mario Fantini “Sasso” e con commissario Giovanni Padoan “Vanni” e anche loro all’inizio hanno rapporti complicati con il comando sloveno.
Nell’arco di un mese a Imenje, alla presenza di Mario Lizzero, si svolgerà un incontro con il Fronte di Liberazione Sloveno e il Partito Comunista Sloveno in cui si stabilisce pari dignità fra forze partigiane slovene e italiane e la possibilità per il “Mazzini” di rimanere sul Collio. Il Mazzini” poi si sdoppierà permettendo la formazione del battaglione garibaldino “Mameli” e con il successivo accordo di Briško la cooperazione militare diventerà effettiva e si concretizzerà nella battaglia di Peternel.

Nota: nelle foto, dall'alto in basso, Mario Lizzero "Andrea" e Giovanni Padoan "Vanni"
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