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ANPI
Cividale del Friuli

la battaglia di Peternel

- intervento di Luciano Patat -

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Per parlare della battaglia di Peternel del 22 maggio 1944, dobbiamo ricordare che da pochi giorni è terminata la battaglia di Montecassino e agli alleati è sostanzialmente aperta la strada per Roma che sarebbe stata liberata da lì a pochi giorni (4 – 5 giugno 1944).
Il Collio dopo 8 settembre 1943 (giorno in cui viene annunciato l’armistizio con gli alleati) è di fatto una zona libera perché, nonostante l’occupazione tedesca del Litorale adriatico, non ha presidi militari italiani, tedeschi e belogardisti.
In questa zona sono presenti circa 300 partigiani suddivisi a metà fra italiani e sloveni; i partigiani italiani appartenevano ai due battaglioni garibaldini, il “Mazzini” e il “Mameli. gli sloveni appartenevano al Briško Beneški Odred (il distaccamento partigiano del Collio e della Benecija
Le formazioni partigiane partono dal Collio per le loro operazioni militari, gli italiani verso Cormons e Capriva dove ostacolavano i trasporti su rotaia e su strada su cui, per viaggiare in relativa sicurezza, era necessaria una scorta adeguata.
Lo stesso avveniva in Slovenia dove io partigiani sloveni controllano la valle dell’Isonzo e ostacolano i trasporti lungo la linea ferroviaria Transalpina salivano verso l’Austria.
Qui pochi giorni prima del 22 maggio 1944 le formazioni partigiane italiane e slovene costituiscono un comando unificato che permette di programmare iniziative militari comuni, collaborare nel corso delle operazioni, scambiarsi informazioni …
Si dà per imminente un attacco tedesco e i partigiani si preparano a questa eventualità decidendo di difendersi sfruttando la natura del territorio e la posizione favorevole derivante dal presidio dle colline. In caso di attacco nazifascista i tedeschi e i loro alleati, nel risalire i crinali delle colline, si sarebbero esposti al fuoco partigiano.
Il comando tedesco avvia l’operazione militare all’alba del 22 di maggio e questa si protrae fino alle prime ore del pomeriggio. I tedeschi non riescono a sfondare anzi sono le formazioni partigiane a ottenere due risultati significativi:
- al trivio di Nebola/Neblo una pattuglia del “Mameli” spara di infilata su un paio di auto che, scopriranno dopo, trasportavano il comando delle operazioni eliminando anche il comandante che dirigeva le operazioni.
- lungo la strada che porta a Peternel, nel tentativo di aggirare i partigiani, i tedeschi fanno intervenire una colonna di camion scoperti carichi di soldati. Questi sono investiti dal fuoco delle mitragliatrici pesanti posizionate in alto che infliggerà perdite pesanti ai tedeschi e ad alcune formazioni collaborazioniste italiane della Milizia per la Difesa Territoriale e slovene dei domobranci.
Il pomeriggio le munizioni cominciano a scarseggiare e il comando partigiano avvia lo sganciamento lungo percorsi già programmati: gli sloveni e il battaglione “Mazzini” si spostano verso il monte Corada e i partigiani del battaglione “Mameli”, appostati sull’altro lato della Valle, si portano verso Corno di Rosazzo e Bosco Romagno.
I tedeschi occupano il Collio e avviano la rappresaglia: bruciano il paese di Slave da dove era partito il fuoco delle mitragliatrici pesanti e altre case a Mulinut e Cerò/Cerovo, furono arrestati 127 abitanti del Collio che, trasportati il giorno successivo al carcere di Gorizia, sono poi deportati.
Un eccidio si svolge a Cerò dove vengono rastrellati gli abitanti e fra questi 6 uomini e 4 donne csono fucilati.
L’eccidio più pesante avviene a Peternel dove sono radunati gli abitanti del borgo e assieme un partigiano garibaldino ferito sono chiusi in una casa a cui viene dato fuoco. Un eccidio che vede fra le 22 vittime anche due bambine e un neonato.
La battaglia avrà larga eco sulla stampa che parlerà con toni trionfalistici di 1.000 partigiani uccisi. Nei rapporti partigiani sulla battaglia, Mario Fantini “Sasso” parlerà di 14 partigiani morti (8 garibaldini e 6 sloveni) mentre nel bollettino militare tedesco si denuncerà la morte di 167 uomini.
L’occupazione dura un giorno e mezzo, con il ritiro delle truppe tedesche i partigiani tornano in zona e nei giorni successivi e grazie all’afflusso di nuovi volontari dalla pianura, si costituiranno altri due battaglioni garibaldini il “Manin” e il “Manara” (che sarà messo sotto il comando di Gino Lizzero). Questi battaglioni formeranno la Brigata Garibaldi-Natisone.
Non ci saranno nuovi attacchi al Collio e solo negli ultimi giorni di guerra i partigiani dovranno confrontarsi con i collaborazionisti cetnici che cercheranno di entrare nel Collio per fare razzie.

Nota: nell'immagine la rappresentazione della battaglia di Peternel di Sergio Altieri.
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