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La cerimonia di conferimento
della cittadinanza onoraria al Milite Ignoto a Cividale
del Friuli, nel centenario della traslazione della salma allAltare
della Patria, ha assunto i connotati di unoperazione divisiva
e volta allutilizzo della storia in maniera distorta.
La proposta di inserire nel pantheon dei cittadini illustri il
milite senza nome era stata sollecitata dallAnci, sottolineando
la necessità di tributare un riconoscimento a quel
soldato voluto come di nessuno e diventato di tutti,
quale simbolo di sacrificio e di valore dei combattenti della
prima guerra mondiale e successivamente a tutti i caduti per
la Patria.
Lassociazione
dei Comuni aveva anche inviato una missiva a tutti i sindaci
dItalia, ma senza riferimento alcuno agli eventi della
Prima guerra mondiale quali avvenimenti che hanno prodotto libertà
e democrazia nel nostro Paese. E non poteva essere altrimenti
perché la libertà e la democrazia sono frutto della
guerra di Liberazione e della Resistenza e sono sanciti nella
Costituzione repubblicana.
Sarebbe stato inoltre un falso storico pensare che i belligeranti
della guerra del 15-18 avessero fra i loro obiettivi lunità
europea. Quella guerra e la pace successiva ebbero come esito
nefasto l'avvento del fascismo e del nazismo e un conflitto,
la II Guerra Mondiale, di proporzioni planetarie: lEuropa
unita, immaginata a Ventotene da personalità quali Altiero
Spinelli, trova il suo fondamento nellopposizione ai regimi
fascisti e negli esiti della Liberazione.
Invece a Cividale del Friuli (amministrata da una coalizione
di liste civiche con Fratelli dItalia e Lega) liniziativa
è stata celebrata descrivendo la I Guerra Mondiale come
base della nostra Repubblica, come fondamento dellUnione
europea e fonte di tutti i diritti democratici di cui oggi godiamo.
Inoltre, a Cividale del Friuli, non è stata invitata ufficialmente
lAnpi nonostante sia unassociazione di ex-combattenti
al contrario degli altri sodalizi.
Per di più si è contraddetto qualsiasi sentimento
di fratellanza fra popoli, soprattutto nella particolare posizione
geografica di confine di Cividale. Mentre fino al 1915 lItalia
restò neutrale, già nel luglio 1914 la guerra cominciava
per gli italofoni dei territori del Trentino e del litorale sloveno:
trentini, giuliani, friulani, istriani e dalmati furono infatti
mandati a combattere nelle file dellesercito austro-ungarico
su diversi fronti ma in particolare contro i russi in Galizia.
Con un numero considerevole di morti (15.000) e circa 30.000
prigionieri. I sopravvissuti dovettero attraversare un calvario
durato anni per ritornare nella loro nuova Patria redenta.
Purtroppo abbiamo dovuto costatare che i nostri amministratori
locali non hanno impiegato toni commemorativi degni di un evento
e di un dramma nazionale e umano, ma hanno mostrato di riconoscersi
in uno spirito nazionalista che ha prodotto solo esiti drammatici.
Cividale del Friuli, 28 ottobre
2021 |
ANPI - sezione di Cividale
del Friuli
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