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ANPI
Cividale del Friuli

il Reggimento Alpini Tagliamento
alla sbarra: i processi per
collaborazionism
o

relazione del prof. Ezio Verardo

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Nel mio intervento cercherò di rispondere sostanzialmente alle domande:
- quale contributo può dare la documentazione relativa ai processi celebrati nel dopoguerra per collaborazionismo e nel caso specifico dei processi per collaborazionismo di chi ha militato nel Reggimento Alpini Tagliamento per approfondire il tema della liberazione di Cividale?
- i processi ci spiegano chi sono questi militi e come hanno agito durante e prima della liberazione di Cividale?
- questi processi ci dicono qualcosa sulla narrazione e costruzione della memoria dei reduci della Tagliamento in particolare rispetto alla condotta nella guerra e nelle fasi finali del conflitto?
Le fonti che ho usato per questa relazione sono giudiziarie e fanno riferimento alla attività della Corte di Assise Straordinaria (CAS) di Udine e il mio lavoro si inserisce in un filone della storiografia che analizza, attraverso gli atti giudiziari, come si sono fatti (o non fatti) i conti con il fascismo e la transizione fra guerra e pace.
Le carte che ho analizzato fanno riferimento ai processi relativi a militari e civili che dopo l'8 settembre 1943 hanno collaborato con i tedeschi nei territori occupati militando in reparti armati (es.: Reggimento Alpini Tagliamento) e a civili che dentro o fuori l'amministrazione pubblica hanno fatto del collaborazionismo politico, hanno preso parte a rastrellamenti, stragi, ecc.
La Corte di Assise Straordinaria è nata per giudicare velocemente e con severità i crimini e le violenze subite negli ultimi mesi di occupazione nazista e della guerra da quanti avevano partecipato alla RSI e da fascisti di lungo corso. Si volevano inoltre evitare giustizie sommarie, si voleva soddisfare il desiderio di giustizia della popolazione e per i crimini. Il CAS voleva anche essere uno strumento pedagogico e catartico per chiudere una fase (fascismo e guerra) e aprirne una nuova (l'Italia democratica).
La Corte di Assise Straordinaria di Udine svolge una attività molto intensa: 300 sentenze, 500 imputati e opera anche per la Provincia di Gorizia dove non ha sede la CAS. Giudica con severità e al primo grado di giudizio il 41% degli imputati sono condannati; sono 206 i colpevoli, quasi 200 i non colpevoli e 89 i non luogo a procedere. In seguito l’amnistia di Togliatti farà archiviare molti processi.
La documentazione che viene raccolta dai magistrati per istruire e celebrare i processi è molto consistente e eterogenea e il lavoro di queste Corti di Assise ci dà un quadro della funzione giudiziaria e anche di chi sono i protagonisti di questi processi. Non spiegano cosa è il collaborazionismo, ma ci dicono dell'approccio del giudice che deve verificare se un fatto costituisca o meno un reato.
Emerge un ventaglio di posizioni molto articolato che interessa ruoli militare, cariche amministrative e che evidenzia rapporti di collaborazione subordinati ai tedeschi, ma che però non esclusivamente passivi perché ci sono collaborazioni attive, ci sono violenze, connivenze varie. In Friuli Molte persone e ampi strati della società collaborano con i tedeschi e questo accade con la costituzione da parte della Germania nazista della Zona del Litorale Adriatico.
Anche i militari sono una presenza importante e quasi il 60% degli imputati sono stati inquadrati in reparti militari e il profilo più frequente di questi collaborazionisti è quello di militari italiani inquadrati in formazioni sotto il controllo tedesco come il Reggimento Alpini Tagliamento e la Milizia della Difesa Territoriale.
In questo contesto i militi della Tagliamento sono un gruppo abbastanza consistente e sono un esempio paradigmatico per capire come è strutturata la collaborazione militare.
Ho qui preso un campione di una trentina di imputati: 3-4 sono ufficiali, 7 sottufficiali e il resto sono dei militi.
Alcune figure sono molto interessanti: ci sono ufficiali superiori fascisti di lungo corso come Ermacora Zuliani, ufficiali come Gianfranco Rea, sottufficiali e animatori di bande come Olivo Spollero, pesci piccoli, ma anche veri e propri criminali di guerra.
Questo ventaglio ci consente di fare alcune considerazioni su chi sono i militi della Tagliamento?. La documentazione apre una interessante riflessione sulla categoria del collaborazionismo.
Si tratta di contingenti militari fortemente vincolati ai tedeschi che presidiano il territorio, mantengono l'ordine pubblico e fanno molte altre cose, ma sono anche molto attivi nella lotta antipartigiana e talvolta si ricavano un margine di autonomia importante. La documentazione ci rivela che queste formazioni fanno un lavoro di "intelligence" molto pervasiva nella società. Questo sfata la narrazione di un impegno dei collaborazionisti limitato dal punto di vista quantitativo che qualitativo e a ha fatto passare la vulgata di reparti rispettosi della comunità e che hanno operato con l'apporto delle popolazioni delle zone in cui operavano. Questi documenti ci dicono che i reparti hanno agito con particolare zelo e sono riusciti a guadagnarsi uno spazio di azione importante perché conoscono le lingue, i luoghi, le persone anche quelle che militano nelle formazioni partigiane.
Emerge inoltre il dato che questi reparti, specie la Tagliamento, non si dedica solo all'ordine pubblico e al presidio. Molte persone entrano in questa formazione in seguito ai bandi di arruolamento per combattere con i tedeschi, hanno relazioni con loro molto cameratesche e una rete di legami molto stretta con le strutture delle SS.
Molti giustificano la loro collaborazione con la volontà di limitare i danni che i tedeschi avrebbero prodotto con il loro intervento diretto, ma tra le righe emerge una connotazione molto ideologica della guerra combattuta in queste zone che è quella nazifascista mutuata dalla propaganda e dalla retorica del regime: "la minaccia slavo comunista".
L’altro aspetto importante è l’attivita antipartigiana in cui il Reggimento Tagliamento non fa una guerra solo di difesa, ma va all’attacco e in questo la documentazione mostra un contributo importante rispetto alla vulgata.
C'è procedimento giudiziario contro Antonio Fior in cui il capo di imputazione recita che anticipa il rastrellamento di Nimis, fa sorveglianza, partecipa all'impiccagione di alcuni italiani. E' riconosciuto colpevole ed è condannato a 8 anni di reclusione con alcune attenuanti.
Antonio Bressan viene imputato per aver partecipato a rastrellamenti contro partigiani aver fatto propaganda, delazioni, arresti, razzie ed esecuzioni capitali.
Nella sentenza si illustra molto bene la sua figura di squadrista fascista iscritto al PNF e si evidenzia che proprio nel Cividalese partecipa al fermo di alcuni patrioti. La sentenza mette in luce che nel suo agire mette tutto il suo zelo di fervente fascista agendo con particolare spirito di settarismo e faziosità contro le vittime cadute nelle sue mani.
Possiamo rintracciare ulteriori episodi in altre sentenze e nell’Atlante delle Stragi nazifasciste.
Nei fascicoli si trovano due encomi scritti dal comandante della Tagliamento Zuliani acquisiti dal CVL e trasmessi ai magistrati i primi di maggio da cui si deduce che questi reparti non sono impegnati solo in presidi, ma si parla di gravi perdite del nemico e di perdite di materiale bellico da cui si deduce il ruolo importante di questa formazione in Friuli, nel Cividalese e nel Tolminotto dove la Tagliamento si posiziona a difesa della linea ferroviaria.
Dalla documentazioni emergono anche dei dettagli sui rapporti con la RSI con circostanze che saranno rimosse dalle narrazioni successive del dopoguerra. Nei documenti c'è la circolare che stabilisce come giurare fedeltà alla RSI e come svolgere la cerimonia in caserma con tanto di piantina. Ci sono lettere e documentazione riferiti a contatti con dirigenti della RSI che transitano in zona più o meno supportati dai tedeschi e che fanno capire che i fascisti non sono meri esecutori, ma cercano di regolare questioni di vecchia data, che ci sono fazioni nel fascismo friulano, che alcuni assetti si stanno riequilibrando.
Alcuni documenti vanno messi in relazione con quelli custoditi dell’archivio della Segreteria Particolare del Duce da cui si intuisce la situazione reale rispetto alla propaganda, mettono in luce le difficoltà dei fascisti e che la questione dell'italianità di queste terre è usata in modo strumentale per raccogliere consensi fra la popolazione e per ricostruirsi una credibilità che si stava perdendo..
Le bande colaborazioniste (es.: Banda Leschiutta, Banda Ruggero, .... ) agiscono in molte parti del Friuli e anche la Tagliamento ha la sua banda. Olivo Spollero (Banda Spollero) viene accusato e riconosciuto colpevole di atti terroristici, sevizie, violenza, uccisione di partigiani, saccheggi, furti, devastazioni e viene condannato a 30 anni di reclusione e non amnistiato anche perché latitante. I crimini sono tali che, recita la sentenza, le bande nel loro agire violano ogni consuetudine e legge di guerra per favorire le operazioni dei tedeschi.
Un ultimo aspetto un po' trascurato dalla storiografia è la presenza di un ufficio politico investigativo del Reggimento Tagliamento. Ne parla una sentenza relativa a un processo a carico di Mario Tamburini un animatore di questo ufficio in contatto con SS e RSI. Se la cava nei processi con una condanna mite perché, capito da che parte soffiava il vento, nell'ultimo periodo della guerra collabora con i partigiani.
Circa la liberazione di Cividale, i documenti processuali non ci dicono molto dal punto di vista militare, ma ci dicono tanto sul pregresso.
In particolare abbiamola testimonianza "a caldo" di Zuliani che stende un memoriale con la sua versione dei fatti. Dal 24 di aprile si stringono e si strutturano i contatti con la Osoppo.
Un ulteriore aspetto interessante è rappresentato dal fatto che che i militi della Tagliamento si mettono in contrasto con i cosacchi che saccheggiano la zona di San Leonardo per poi passare alle dipendenze della Osoppo. Salvare la patria o forse salvare la pelle in vista della vittoria degli alleati?
Zuliani il 6 maggio 45 si fa fare un salvacondotto per non essere fucilato (in quei giorni il collaborazionista Odorico Borsatti era stato giustiziato a Udine), verrà processato in ritardo e dopo l’amnistia Togliatti.
In molti processi, come strategia difensiva, i collaborazionisti sostengono di aver combattuto contro gli slavi per difendere i confini; i magistrati registrano le testimonianze e nella prima fase c'è una equiparazione fra partigiani italiani e sloveni, poi un po' alla volta i giudici cambiano modo di approccio accettando le differenze fra partigiani e slavi.
Il vento sta cambiando, i processi diventano meno severi e si cominciano a vedere i germi di quel sentimento di riduzione e negazionismo del ruolo dei collaborazionisti che si consoliderà negli anni successivi. Emerge una mancata azione di giustizia e non si fanno i conti con il fascismo e il collaborazionismo.
e comincia un processo di amnistia e amnesia che si prolungherà per decenni.

nota della redazione: il testo proposto in questa pagina riporta i passaggi più significativi della relazione del prof. Enzo Verardo. La non buona qualità della registrazione non ci ha permesso di trascrivere tutto l'intervento, ma crediamo di aver reso correttamente il senso della relazione.
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