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Buongiorno, per prima cosa
voglio ringraziare lex Sindaco di kofja Loka,
Miha Jee, che per molti anni ha organizzato la presente
commemorazione.
I nostri ringraziamenti e auguri di buon lavoro al Sindaco in
carica dott. Tine Radinja.
Ringraziamo i compagni della Associazione dei Partigiani di kofja
Loka e, per il tramite del Sindaco, tutta la comunità
di kofja Loka per la cura con la quale mantiene la
memoria e i monumenti che ricordano i caduti.
Un ringraziamento alle Signore del vostro coro e al picchetto
dell'esercito sloveno.
Un caloroso saluto a tutti gli intervenuti da parte dell'ANPI
provinciale di Udine, dell'ANPI di Cividale del Friuli e della
città di Gorizia e a nome dell'Amministrazione comunale
di Cividale del Friuli.
Oggi, a nostro modo, abbiamo compiuto un pellegrinaggio, un pellegrinaggio
nei luoghi della memoria civile.
A
partire da Cividale del Friuli dove questa mattina presto ci
siamo ritrovati dinnanzi al monumento che ricorda gli operai
dell'Italcementi fucilati dai nazi-fascisti. Poi lungo la valle
del fiume Natisone, attraverso la Benecja che ci unisce ai fratelli
sloveni, abbiamo incrociato il monumento dedicato all'eroico
Partigiano Marco Redelonghi. Quindi sul fiume Baca testimone
della sanguinosa imboscata subita dalla Brigata Picelli costata
la vita a molti giovani Partigiani.
Partigiani uccisi o deportati in Germania ad opera del Reggimento
della RSI collaborazionista di polizia anti-partigiana Tagliamento.
Lungo la Idrijca circondata dalle località di Bukovo, akri,
Cima ebrelje, Cerkno, lOspedale Franja... località
che testimoniano il sacrificio e la lotta comune per la Libertà
dalla Tirannia dei Partigiani delle nostre nazioni.
Migliaia di caduti, quasi 1500 della sola Garibaldi-Natisone.
I sacrifici patiti dalle popolazioni slovene nel ventennio fascista
e quelli subiti poi dalla guerra di aggressione alla Jugoslavia
e ad altre numerose nazioni aggredite dall'Italia fascista attendono
ancora il riconoscimento con passi ufficiali e concreti da parte
delle massime autorità dello Stato italiano.
Lo chiediamo da anni con forza e a maggior ragione continuiamo
a chiederlo oggi, nel tempo che stiamo viviendo che è
segnato dalla volontà di riscrivere la Storia equiparando
le vittime ai carnefici.
I tempi attuali ci obbligano quindi ad ulteriori riflessioni.
Ad interrogarci sul sacrificio compiuto dai nostri Partigiani,
sulle loro speranze, sulla volontà di costruire una società
migliore: un mondo più equo e soprattuto un mondo in pace.
I Partigiani che ho avuto l'onore di conoscere non parlavano
volentieri di guerra e la loro vita l'hanno spesa per gli ideali
di pace.
Senza la Pace la Libertà la Democrazia, il Lavoro non
stanno assieme!
Pace è una condizione che abbiamo data per acquisita,
non è stato dato sufficiente peso alle guerre che hanno
continuato a martoriare il nostro pianeta... le abbiamo giudicate
guerre lontane che non ci riguardavano anche quando lontane non
erano come quelle in Jugoslavia o in Libia.
La fine della guerra fredda col conseguente ridimensionamento
dell'arsenale nucleare delle due superpotenze ci ha illuso che
quello fosse un processo irreversibile, nel frattempo le guerre
chiamate locali hanno prodotto enormi distruzioni
e lutti in Iraq, Afganistan, Siria, Libia... guerre condotte
formalmente per ragioni alte: la Libertà, la Democrazia.
Ma queste guerre oltre a non portare Libertà e Democrazia
hanno pesantemente indebolito gli Organismi internazionali ai
quali, dopo la tragedia della seconda guerra mondiale, era affidato
il compito di ricomporre le controversie tra le nazioni.
Per lunghi anni si attendeva la presa di coscienza da parte dei
Potenti della terra che le risorse planetarie non sono inesauribili
che vanno utilizzate evitando di produrre danni irreversibili
per l'umanità e che le risorse non vanno depredate a danno
dei paesi più poveri. La pandemia sembrava aver scosso
le coscienze e accelerato la volontà di cambiare rotta.
Un calendario che impegnava l'umanità per tutto questo
secolo nel tentativo di salvare se stessa è stato sconvolto
ed annullato della guerra e, in un solo giorno, si è gettato
alle ortiche quanto programmato.
Si è cioè deciso di dirottare enormi risorse sul
riarmo: una vera corsa nella quale spicca il riarmo di nazioni
come la Germania e il Giappone e l'abbandono della neutralità
da parte di altre nazioni. Anche il nostro governo italiano è
nella corsa: ha già aumentato di molti miliardi di euro
il bilancio militare e ha da poco stanziato 190 milioni di euro
per la realizzazione in Toscana di una nuova base militare. Questo
in un Paese dove non si trovano risorse per Scuola, Sanità
e Assistenza!
La storia del nostro Paese è quella di un paese aggressore
nel quale la parola guerra dovrebbe essere bandita per sempre
e questo in effetti è quello che i nostri Partigiani hanno
voluto fosse scritto nella Costituzione.
Purtroppo in questi giorni vediamo ribaltato l'appello del nostro
Presidente della Repubblica, il Partigiano Sandro Pertini: Si
svuotino gli arsenali, si colmino i granai!.
E' necessario che la guerra cessi, che sia bandita dal nostro
quotidiano, che si mettano in atto, tutti insieme, le armi della
diplomazia, che venga ripreso il dialogo sul futuro dell'umanità,
che le risorse siano tolte agli armamenti e destinate ad una
economia sostenibile, equa e di pace. Credo che con questo avremo
onorato i nostri Caduti e con questa speranza e augurio saluto
tutti voi.
Onore ai Partigiani, viva la Pace.
Blego (kofja
Loka - Slovenia), 28 maggio 2022 |