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Da più di un anno la guerra imperversa ai confini della
Comunità Europea. In questi decenni dinizio secolo
sono cambiate molte cose e sono caduti molti tabù: la
guerra è una realtà quotidiana che leggiamo o ascoltiamo
dai notiziari fino a farcene sembrare naturale il macabro conteggio
di morte e distruzione.
Lutilizzo di armi estremamente letali per luomo e
per lambiente è unopzione che è diventata
accettabile, possibile! Lutilizzo di armi, come quelle
contenenti uranio impoverito, che già hanno dimostrato
la loro estrema efficacia contro il nemico è da considerarsi
un crimine di guerra in violazione della Convenzione dellAIA
e di quella di New York.
Sappiamo che i bombardamenti NATO sulla Jugoslavia, nei quali
si fece ampio uso di tali armi, ne hanno dimostrato la letalità
non solo sul nemico ma anche sui i civili e sulle forze di pace.
Si certificano infatti 7.600 militari italiani ammalati di patologie
tumorali direttamente riconducibili a quelle armi e circa 400
sono i deceduti per tali cause. A conferma di ciò esistono
centinaia di sentenze che condannano il Ministero della Difesa
a risarcire i militari colpiti da tali patologie.
Non
solo, la Serbia è schizzata al primo posto in Europa per
vittime oncologiche e questo probabilmente perché Bosnia
e Kossovo, territori parimenti bombardati con uranio, non forniscono
dati ufficiali su tali patologie.
In virtù di tali fatti contro la NATO pende un processo
per crimini di guerra i cui esiti forse sono scontati.
Perché si mandano nei territori del conflitto armi di
questa natura sapendo che i loro effetti si produrranno sulle
generazioni future? E poi non è considerata forse quella
terra un importante produttore ed esportatore di grano?
Con le guerre, fermo restando che non è concepibile laggressione
militare di paesi sovrani, si dichiara di voler promuovere o
preservare il sistema democratico occidentale, i nostri valori,
ma a ben guardare si rischia di minarlo nei suoi valori fondanti
che sono quelli della tutela dei diritti fondamentali della persona
umana sanciti dalla Dichiarazione internazionale dei diritti
della Persona, dalla nostra Costituzione e se si vuole, anche
da quelli, visto che siamo un paese cattolico, più ampi,
espressi da Papa Francesco quando lancia lappello di prendersi
cura della Terra, del Creato.
Le guerre scatenate in questo nuovo millennio non hanno rispettato
queste aspettative democratiche: in Iraq, Libia, Siria, ecc.
ecc. non ci hanno consegnato Paesi più democratici ma
invece hanno decimato la popolazione civile, distrutto le infrastrutture,
smembrato lunità nazionale consegnando quei paesi
a una classe politica in massima parte inaffidabile e legata
allintegralismo religioso, incentivando il fenomeno migratorio
che neppure lo stato demergenza recentemente dichiarato
riuscirà a fermare e governare.
Ecco che altri tasselli si sommano al già preoccupante
quadro di possibile dissoluzione del nostro sistema: oltre a
ritenere accettabile luso di armi micidiali cominciamo
a considerare normale il regime demergenza, dettata prima
dalla situazione economico-finanziaria, poi dalla pandemia, ora
dallimmigrazione e un domani chissà per ragioni
militari.
A febbraio di questanno infatti sulla rivista Difesa
online si indicavano le misure da intraprendere per fronteggiare
un nostro eventuale ingresso in guerra che sinteticamente si
possono riassumere nella completa militarizzazione dello Stato.
E evidente che lo stato di guerra è del tutto incompatibile
con i nostri valori e per tale ragione, anche per tale ragione,
lopposizione alla guerra la riteniamo un fatto essenziale,
richiamandoci proprio alla nostra Costituzione ove si dichiara
il ripudio della guerra!
Il Mondo, così come uscito dal secondo conflitto mondiale
è cambiato. Il vecchio sistema bipolare è morto!
Sullo scenario globale nuove potenze emergono e rivendicano aree
dinfluenza, le Nazioni maggiormente responsabili della
Seconda Guerra Mondiale (Italia, Germania e Giappone) hanno avviato
una corsa al riarmo, affiancate in questo da tutti gli altri
Paesi rendendo più difficile e complicato qualsiasi dialogo.
In particolare in Europa la Germania, già nel 2022, ha
stanziato 102 miliardi di Euro per il riarmo dellesercito
e da subito ha portato al 2% annuo del PIL la spesa annua per
il riarmo. Questo colloca la Germania al terzo posto nel Mondo
per lentità delle spese militari dopo Stati Uniti
e Cina. Con ciò si determina il cambio degli equilibri
così come realizzati dalla fine del secondo conflitto
mondiale ed anche, da parte del Governo tedesco, del superamento
dei sensi di colpa per le responsabilità relative a quel
conflitto.
In Asia, il Giappone, per il prossimo quinquennio, investirà
in propri armamenti 315 miliardi di dollari modificando il senso
di quelle che fino ad ora erano le forze di autodifesa
e non un vero e proprio esercito, così come stabilito
dal loro dettato costituzionale.
Lo stanziamento per armamenti e le parole del Primo Ministro
giapponese Kishida Fumio invece suonano come il dissotterramento
dellascia di guerra:
Dora in poi prenderò in considerazione tutte
le opzioni e fra queste la capacità di attaccare basi
nemiche e la prosecuzione del rafforzamento della potenza militare
giapponese
Cose che leggevamo nei romanzi di fantascienza
dice il Primo Ministro - sono diventate la nostra realtà.
In altri termini, risultano attuali le parole espresse cento
anni fa da Antonio Gramsci:
Il vecchio mondo sta morendo. Quello nuovo tarda a comparire.
E in questo chiaroscuro nascono i mostri.
Il 25 aprile ci ricorda la sconfitta del nazifascismo, la fine
della guerra, la conquista della Pace, della Democrazia, di libere
istituzioni sancite nella nostra Carta costituzionale. Il 25
aprile non è solo questo, non è solo quel momento,
ci ricorda che la Liberazione è stata preceduta da un
ventennio di lotte antifasciste che costarono agli antifascisti,
cattolici, socialisti, comunisti, liberali, pestaggi, persecuzioni,
arresti, confino, deportazione e uccisioni segnalando ad un popolo
sordo che il Fascismo avrebbe portato la Nazione e il popolo
stesso alla catastrofe!
Il non riconoscere questo, viepiù se espresso da alte
cariche istituzionali ci preoccupa per la sua natura divisiva,
per la mancanza di cultura storica
per molti rappresentanti
delle Istituzioni vè la difficoltà a prendere
atto della totale incompatibilità tra la nostalgia per
il Fascismo e le Istituzioni della Repubblica che si fondano
invece sui principi e sui valori dellantifascismo, della
Resistenza e della Pace.
Tra 20 giorni Udine ospiterà ladunata nazionale
degli alpini. Non dobbiamo dimenticare il loro contributo e in
generale quello dei militari alla Guerra di Liberazione nelle
file della Resistenza. Due alpini comandavano le formazioni Partigiane
che Liberarono Cividale: Aldo Specogna per gli osovani e Paolo
Rieppi per i garibaldini. Vogliamo ricordare anche le figure
esemplari di Nuto Revelli e Mario Rigoni Stern che ci hanno lasciato
importanti testimonianze sulla guerra e sulla Resistenza. Va
ricordato limpegno di solidarietà dellANA
relativamente al soccorso e aiuto a popolazioni colpite da catastrofi
in Italia e allestero e questo ben prima della costituzione
nel 1981 della Protezione Civile.
Non và dimenticato il contributo alla Resistenza dellArma
dei Carabinieri: qui a Cividale, oltre a quelli fucilati come
Erasmo Sparacino o caduti in combattimento come Gino Lesa, ricordiamo
la deportazione nei Lager del Tenente Ugo Tabacchi e di altri
16 Carabinieri della Stazione di Cividale.
Inoltre va ricordato linternamento in Germania di circa
650.000 militari, dei quali in 50.000 non fecero ritorno, colpevoli
di non aderire al nuovo esercito della Repubblica sociale
di Mussolini.
Vista la situazione internazionale di possibile precipizio verso
una guerra catastrofica e la situazione interna del nostro Paese
stretto nella morsa delle difficoltà economiche e di sofferenza
sociale suonano perfettamente attuali quei valori di libertà,
democrazia, eguaglianza, lavoro, pace, solidarietà espressi
nella nostra Costituzione repubblicana e per i quali contenuti
ed ideali sono caduti coloro che onoriamo oggi presso questo
monumento: italiani, sloveni, di altre provenienze e cividalesi
caduti tra i nostri monti anche in altre Nazioni.
Ora e sempre Resistenza perché come allora
oggi ce lo ricordano Lorena Fornasir, Don Ciotti, Emergency,
Libera e tante altre persone e Associazioni.
Viva il 25 Aprile
- Viva la Costituzione nata dalla Resistenza
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