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Due anni di limitazioni! La pandemia non si è ancora spenta
e non abbiamo fatto in tempo a dire finalmente! che
siamo precipitati in unaltra emergenza. Unemergenza
che ripropone le stesse paure e lo stesso frasario: un nemico
potente che si afferma sconosciuto, un pericolo incombente per
lintera umanità, bollettini quotidiani che tracciano
il bilancio delle vittime, la sospensione delle libertà
individuali, il coprifuoco, ecc. ecc.
Questa volta però il linguaggio è tragicamente
appropriato: è il linguaggio della guerra, dello stato
di guerra nel quale nostro malgrado di fatto ci troviamo.
E la guerra che sconvolge e che ci coinvolge che stravolge
tutte le priorità del pianeta e del nostro Paese: dalla
transizione green al risanamento della nostra società
squilibrata economicamente e socialmente.
Sgombriamo subito ogni ambiguità dichiarando la nostra
totale disapprovazione alluso delle armi di cui la Federazione
Russa ha fatto ricorso in una guerra di aggressione che viola
il diritto internazionale.
Aggressione che è viepiù scellerata perché
compiuta da una potenza nucleare, una nazione che avrebbe potuto
utilizzare altri modi per far valere le proprie ragioni essendo
membro di primo piano negli organismi internazionali deputati
alla risoluzione delle controversie
purtroppo si è
preferito seguire la strada tracciata negli ultimi decenni anche
in altre occasioni.
Da anni lANPI, ha sottolineato il pericolo incombente mentre
i nazionalismi risorgevano e con loro i movimenti neo-fascisti,
mettendo in discussione anche lunità europea. Lo
abbiamo visto nella gestione delle questioni internazionali che
si è lasciato sfociare in crisi e poi in guerre! Abbiamo
condannato le guerre in Jugoslavia, Libia, Yemen, Afganistan,
Iraq e non certo perché questi paesi, retti da dittatori,
fossero un nostro modello ma perché con le guerre
preventive si sovvertivano le organizzazioni internazionali
preposte a scongiurare la guerra con le trattative e il dialogo.
Le guerre sono state condotte, in alcuni casi le dittature abbattute,
a prezzo però dellimplosione di stati nazionali,
di milioni di morti, di distruzioni inaudite e riconsegnando
quei territori non certo a regimi che possiamo definire un faro
di democrazia.
Frutto non secondario di questi conflitti la migrazione di milioni
di persone, a fronte di un tanto, abbiamo assistito allinquietante
fenomeno di Paesi che hanno vissuto per anni con un muro alle
loro frontiere ovest che ora hanno costruito un muro alle loro
frontiere est per fermare gli immigrati o come il caso del nostro
Paese e dellUnione europea che hanno accettato il ricatto
di pagare paesi come Turchia e Libia in cambio di bloccare gli
immigrati sui loro territori in campi, del tutto simili a dei
lager.
Non
cè alcuna soddisfazione nellaver visto giusto,
anzi vè rammarico e profonda tristezza! Tristezza
soprattutto nel constatare che la nostra classe politica non
riesce a interpretare le chiare parole contenute nella nostra
Costituzione, non riesce ad utilizzare le armi (non a caso si
utilizza questa parola) della diplomazia e in questo senso non
è stata in grado di cogliere leredità, una
delle poche cose positive della Prima Repubblica, nella quale
lItalia ebbe un importante ruolo in politica estera.
Rispolverando il dibattito svolto durante i lavori della Costituente
è evidente e chiaro limperativo contenuto nellarticolo
11 della Costituzione, dove il verbo ripudia non
è stato usato a caso e che registrò il consenso
unanime di tutte le varie anime presenti in quellAssemblea.
Anche questo lANPI ha denunciato: luso della Carta
Costituzionale a fini di parte, due riforme costituzionali sciagurate,
fortunatamente bocciate dal popolo italiano, in cui lo spirito,
purtroppo trasversale dei nostri politici, era ed è ancora
risoluto a liberarsi dei limiti di una Costituzione considerata
troppo rigida, vuole indebolirne significato e valore e svincolare
la politica dal diritto. In altre parole vuole avere le mani
libere!
Riguardo a questo articolo 11, già pesantemente vituperato
dallintervento militare del governo D'Alema nella guerra
di Jugoslavia, non cè nei costituenti, ripeto appartenenti
a scuole di pensiero e a partiti diversi, alcuna incertezza,
non risultano dubbi o formulazioni generiche dallincerto
valore!
Condannare la guerra e scoraggiarne il ricorso era lintento
preciso di tutti i componenti dellAssemblea e questo in
maniera risoluta e forte: Lintento era quello di eliminare
la guerra per sempre!
Nella seduta della Costituente del 17 marzo 1947 le parole di
Paolo Treves chiariscono bene lorigine di questo concetto:
In questarticolo noi vorremmo che fosse dalla Repubblica
codificato che la guerra non deve essere strumento di risoluzione
dei conflitti internazionali, un principio che veramente risponde
a quella che è lessenza della nuova democrazia,
quella democrazia che è sorta non da spiriti imbelli ma
proprio al contrario dal grande apporto alla guerra partigiana.
In questa fase della nostra storia notiamo il grande risalto
che ha acquistato questo verbo resistere cosicché
veniamo trascinati in polemiche che onestamente non ci meravigliano
e tantomeno ci intimoriscono le lezioni che ci vogliono impartire
su questo tema. Polemiche in gran parte, ma non solo, che arrivano
da coloro che considerano da sempre la festa della Liberazione
una festa divisiva e da sempre la denigrano e denigrano i nostri
Partigiani.
Esiste un dialogo allinterno della nostra Associazione
come dimostrano gli interventi nel corso del nostro recente Congresso
nazionale un fatto che dimostra che lAssociazione dei Partigiani
è ancora viva e vitale.
Sono ridicole le affermazioni di coloro che tentano di delegittimare
lANPI come testimone ed erede della Lotta di Liberazione,
gli associati di oggi prendono il testimone dai Partigiani che
fondarono la nostra Associazione già nel 1944 con lidea
di un mondo migliore e in pace.
LANPI a Cividale esiste dallagosto del 1945 e la
nostra sede si trova nello stabile della Società Operaia
che come motto riporta le parole: Pace, Libertà, Lavoro
tre parole che hanno elevato valore solo se tenute assieme!
Il nostro appello è quindi per la pace perché
ogni giorno che passa la guerra diventa più disumana e
cieca distruggendo ogni residuo spazio di pace. La guerra va
fermata subito! Il Segretario generale dellONU, i responsabili
della Unione Europea e della politica internazionale lo devono
fare ora! in questo ci associamo allappello lanciato
ieri da migliaia di persone alla marcia della pace Perugia
Assisi.
Ci domandiamo con quale coraggio le Nazioni, in questo caso Oriente
e Occidente si comportano allo stesso modo, dopo aver pesantemente
tagliato per anni le risorse destinate allo stato sociale spendono
ora miliardi in armamenti che rischiano di espandere il conflitto
e di travolgere il mondo nellolocausto nucleare.
La Festa del 25 aprile sia occasione per instaurare un dialogo
anche con coloro che non condividono le nostre posizioni, sia
occasione per smorzare i toni, per ragionare ed evitare lo scontro
che vediamo riproposto ogni giorno sui media.
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LA PACE W IL 25 APRILE
Cividale del Friuli, 25 marzo 2022 |
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