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ANPI
Cividale del Friuli

I maggio - commemorazione
della liberazione di Cividale

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1° maggio, Festa del lavoro e Festa della Liberazione della città, due feste nello stesso giorno che ci ricordano i sacrifici delle precedenti generazioni, due celebrazioni che devono essere di monito alle nuove generazioni soprattutto per l’incerto futuro che ci attende.
Voglio ringraziare l’Amministrazione comunale e in particolare la Sindaca dott.ssa Daniela Bernardi per la sua partecipazione: un atto che ritengo non sia solo di presenza ma anche di sostanza per l’attenzione che riserva alle nostre iniziative.
La lotta di Liberazione ha avuto molte anime, molti ideali diversi e anche contrastanti ma che ci hanno dato un esito comune: la nostra Repubblica e la nostra Costituzione. Conosciamo i difetti, le contraddizioni e a volte le palesi dissonanze della prima nei confronti della seconda e per questo riteniamo giusto mantenere un atteggiamento critico ma anche sempre propositivo e i temi della Libertà, del Lavoro e della Pace sono sempre le nostre priorità.
Ci avviciniamo all’ottantesimo anniversario della Liberazione e sarebbe importante, per quella ricorrenza, portare a termine il progetto di una nuova pubblicazione sulla Liberazione della nostra città auspicando nell’aiuto e collaborazione dell’Amministrazione comunale.
In questo contesto vorrei però fare alcune precisazioni:
A Cividale, negli ultimi mesi di guerra, era stanziata la 24. Waffen Gebirgs Karstjäger Division delle SS che si macchiò, di concerto con i repubblichini alle loro dipendenze, di fucilazioni e torture consumatesi sull’intero territorio friulano. A Cividale le fucilazioni avvenivano sul muro esterno dell’ ex caserma “Principe di Piemonte” mentre anche la caserma “Lanfranco-Zucchi” fungeva da luogo di detenzione.
A Cividale aveva sede, infatti, la Compagnia Comando del Reggimento alpini Tagliamento di cui è bene ricordare la genesi.
Dopo l’otto settembre 1943 Ermacora Zuliani, iscritto al PNF dal 1920, squadrista, Marcia su Roma, Sciarpa littorio, Volontario in Spagna (dove si merita alcune medaglie), Console della MVSN, già Podestà di Magnano in Riviera (sua città natale), Segretario del locale Fascio, membro della federazione fascista dal 1926, membro del Direttorio Federale, combattente in Russia con la 63 Legione CC.NN. “Tagliamento”, dopo aver rassicurato del suo appoggio l’occupante tedesco riceve il salvacondotto da parte del Comando delle truppe germaniche del Feldmaresciallo Kesserling di Frascati, dove si trovava, per raggiungere Udine.
Qui, attingendo ai residui della 63 e 55 Legione CC.NN. costituisce il “Gruppo Tagliamento” della consistenza di circa 500 uomini: il reparto svolge azioni di polizia al comando dello Standartenführer der SS und Polizei di Udine.
Il 17 novembre 1943, Globocnik, Comandante superiore delle SS e della Polizia per Operationszone Adriatisches Küstenland, già supervisore per i campi di sterminio polacchi di Belzec, Sobibor e Treblinka ordina di modificare la denominazione di “Gruppo Tagliamento” in “Reggimento Volontari Friulani Tagliamento”.
A seguito della chiamata obbligatoria alle armi per le classi 1923, 1924 e 1925 di marzo 1944 del Commissario supremo dell’ Operationszone Adriatisches Küstenland Reiner, il “Reggimento Volontari Friulani Tagliamento” mutò la propria denominazione in “Reggimento Alpini Tagliamento”. In virtù del bando obbligatorio raggiunse la consistenza di tre battaglioni formati da circa 450 uomini ciascuno.
Dal 24 aprile 1944, il Comando del Reggimento, insieme alla Compagnia Comando Regimentale, ai reparti amministrativi e di supporto si trasferì da Udine a Cividale.
Il Reggimento si distinse in azioni di repressione anti partigiana soprattutto nella zona di Tolmino, oltre naturalmente ad essere ben a conoscenza delle numerose fucilazioni nella caserma di Cividale. La leva obbligatoria e il calante consenso verso il nazi-fascismo però esponevano il reparto a numerose diserzioni (se ne registrano 56 nel solo giorno del 2 luglio 1944) tant’è che il 26 luglio, Zuliani, propose al Comandante tedesco delle SS Tauss a Tolmino quella che doveva essere la misura della ritorsione verso tre traditori che avevano collaborato con i Partigiani nell’agguato a un comandante di una sua compagnia ed erano poi fuggiti dall’unità: si trattava di bruciare le loro case, fucilare un uomo per ogni famiglia e incarcerare gli altri membri della famiglia.
Il Console della Milizia Zuliani il 16 dicembre 1944 diventa Colonnello dell’esercito della RSI con decorrenza settembre 1943.
Arriviamo agli ultimi giorni di guerra, tralasciando l’uccisione e la deportazione in Germania di Partigiani avvenuta nei lunghi mesi della collaborazione di questo Reggimento col nemico, allorché due dei tre battaglioni del Reggimento dalla Val Baccia e dall’alto Isonzo muovono, siamo nella notte del 28 aprile 1945, per raggiungere il giorno successivo la località di Tarcetta.
Nella notte tra il 30 aprile e il 1° maggio i due battaglioni si sistemano nel Istituto Orfani di Rubignacco. Tre giorni prima il 27 aprile, su iniziativa dello stesso Zuliani (che aveva contatti con i vertici dell’Osoppo), vista l’inevitabilità della sconfitta, si tenne un incontro a San Pietro al Natisone con i rappresentati Partigiani della Osoppo e della Garibaldi nel quale si concordava lo scioglimento del reparto e la consegna delle armi. Di fatto uomini e armi non furono mai consegnati ai garibaldini e il grosso della formazione rimase acquartierato all’Istituto orfani.
Un reparto del Reggimento, a liberazione della città quasi completata, inquadrato con i partigiani dell’Osoppo e insieme ai garibaldini, collaborò alla resa degli ultimi tedeschi asserragliati nella caserma “Principe di Piemonte”. Forti della comune militanza, valida fino a poche ore prima, il Tenente Squadrelli del disciolto Reggimento Alpini Tagliamento chiede di parlamentare col comandante tedesco, ma i tedeschi non vogliono arrendersi senza combattere per cui “si concordò di arrendersi dopo una scaramuccia” che comunque fece delle vittime, Gino Sturam e Luciano Dalla Pietra, ma consentì anche ai “tedeschi” di prendere ulteriore tempo per distruggere gli incartamenti, le carte compromettenti che avrebbero fatto maggior luce sulle numerose fucilazioni, di cui a tutt’oggi s’ignora la reale consistenza, e sulla collaborazione tra tedeschi e fascisti.
Ermacora Zuliani venne arrestato ed è uno dei numerosissimi fascisti che già nel 1946 per grazia dell’amnistia Togliatti è libero.
Il suo foglio matricolare riporta, in data 9 giugno 1945, l’annotazione di collocazione in congedo con decorrenza 8 settembre 1943 in quanto aderente alla RSI.
Il Reggimento alpini Tagliamento, che non mi risulta sia un reparto riconosciuto dalla Repubblica Italiana e neppure dall’ANA ha compiuto atrocità verso partigiani e civili contribuendo a mandarne parecchi anche nei campi di prigionia dell’alleata Germania nazista. Tutt’ora si fregiano, nel loro labaro, che scimmiotta quello degli alpini, di due croci di guerra con tanto di svastica nazista. E’, a mio avviso, un disonore per gli alpini.
Il 2 maggio1955, quando ancora molti Partigiani erano discriminati e sotto processo con l’accusa di “Tradimento”, Ermacora Zuliani viene nominato Capitano “con anzianità assoluta e decorrenza degli assegni dal 1 gennaio 1943” e il 5 settembre 1955 gli viene conferita la qualifica di 1° Capitano con decorrenza 1 gennaio 1955.
Alla Liberazione di Cividale parteciparono anche elementi dell’Osoppo la quale (sono le parole del prof, Paolo Rieppi comandante delle SAP che liberarono Cividale) “aveva una consistenza molto esigua. Quel giorno alla sfilata (dopo la liberazione della città) ci saranno stati una ventina di osovani” la qual cosa corrisponde a tutte le relazioni e memorie dell’epoca a partire da quella del Monsignor Valentino Liva.
Il prof. Rieppi chiarisce ulteriormente: “quando il 2 maggio è sfilata per Cividale anche l’Osoppo, con in testa il comandante della VII Brigata vidi, dietro di loro, venivano anche militi repubblichini con il fazzoletto verde”. E’ chiara l’operazione di uno dei fondatori di Gladio: dimostrare una consistenza numerica maggiore della realtà per impressionare.
L’inquadramento d’interi reparti fascisti nelle file partigiane era espressamente vietato dalle disposizioni del CVL e del CLNAI.
Inoltre, a dispetto della concordata “scaramuccia” alla caserma, vi fu un caduto Partigiano e un caduto per la Libertà, ex milite del Reggimento Tagliamento, che l’Osoppo mette tra i suoi caduti Partigiani (cosa non possibile in quanto la qualifica di Partigiano si otteneva solamente dopo tre mesi di appartenenza a una formazione armata partigiana e dopo aver partecipato ad almeno tre azioni di guerra o di sabotaggio). Lo sfregio è che i fascisti del Tagliamento lo mettono, questo giovane disgraziato Dalla Pietra, tra i loro caduti del 1 maggio quando il Reggimento è di fatto sciolto da almeno tre giorni e si combatte contro i tedeschi asserragliati nella caserma.
Si evitino quindi provocazioni il giorno della Liberazione della Città, si metta un pure un fiore ai Partigiani e ai Caduti per la Libertà, ma si abbia la decenza di non disonorare il loro sacrificio per ignoranza e per furore ideologico con richiami ad una formazione militare nazi-fascista.

Cividale del Friuli, 1 maggio 2022

nota aggiuntiva: anche a seguito di alcuni recenti interventi sulla stampa locale, vogliamo ricordare:
- che la commemorazione al cippo posto in prossimità del rugo Emiliano si svolge, con la collaborazione del Comune di Cividale, dalla metà degli anni '50 del secolo scorso;
- che in precedenza la lapide commemorativa era collocata sulla spalletta del ponte adiacente l'attuale parcheggio e che il comune di Cividale, ai tempi del Sindaco Vuga, ha risistemato e riposizionato nella sede attuale, più dignitosa e sicura;
- che la cerimonia è pubblica, gli ornamenti floreali collocati alla base del cippo sono posti a cura dell'ANPI e dell'Amministrazione comunale e onorano tutti i caduti citati nella lapide;
- che, come emerso nel corso dell'intervento pronunciato dal Presidente dell'ANPI sezione di Cividale riportato sopra, il Reggimento Alpini "Tagliamento" era un corpo di polizia antipartigiana al servizio delle SS.

Cividale del Friuli, 3 maggio 2022